giovedì 13 giugno 2013

Discipline e stato delle cose L’oggi e l’arte




 comunicato stampa

Discipline e stato delle cose
L’oggi e l’arte

Incontro promosso e organizzato
dall’Associazione Culturale in tempo

a cura di Ida Mitrano

Intervengono
Ennio Calabria, Franco Ferrari, Stefania Lubrani

Giovedì 20 giugno 2013 ore 17.00


Rome University of Fine Arts-Libera Accademia di Belle Arti (RUFA)
Aula Magna - Via Taro, 14 - Roma

Dopo la serie di appuntamenti dal titolo “Discipline e stato delle cose. Incontro con gli artisti”, incentrati sul confronto tra artisti di diverse generazioni e di diversa formazione sulla funzione e la necessità del loro lavoro in rapporto ai dinamismi della società del XXI secolo,  l’Associazione Culturale in tempo propone un nuovo incontro dibattito sulle ragioni fondanti dell’arte, sulla necessità di ristabilire dei parametri di definizione dell’opera d’arte ridando valore al processo creativo dell’artista, sul senso del “fare arte” oggi in relazione alle inedite condizioni che hanno trasformato radicalmente il nostro rapporto con il mondo.
Ricollegandosi a quanto già emerso dai precedenti appuntamenti, cui hanno partecipato gli artisti Maria Pina Bentivenga, Massimo Campi, Simonetta Gagliano, Alexander Jakhnagiev, Mauro Molle, Isabella Nurigiani, Giuliano Pastori, Enrico Pulsoni, Mariarosaria Stigliano, Silvia Stucky, Marco Tamburro, e convinta che oggi è sempre più necessario creare momenti d’incontro per discutere insieme su queste tematiche che, non a caso, sono i nodi centrali del suo manifesto di fondazione, l’Associazione vuole esprimere il proprio punto di vista attraverso alcuni dei suoi artisti fondatori con l’intento, non secondario, di dare vita a un’aggregazione intorno a un pensiero condivisibile sull’arte contemporanea, o comunque su cui confrontarsi. Per questa ragione, si è scelto di presentare in questo significativo contesto il terzo quaderno della Collana “in tempo” che raccoglie, appunto, gli interventi degli artisti protagonisti degli incontri “Discipline e stato delle cose” e del pubblico, realizzati dall’Associazione, a cura di Ida Mitrano con la collaborazione di Nicola Santarelli.
Per informazioni: Ida.mitrano@fastwebnet.it; intempo@live.it
 

lunedì 11 febbraio 2013

LETTERA APERTA di Carla Mazzoni


Giovedì 24 gennaio i soci fondatori di  "in tempo"  si sono riuniti per il rinnovo delle cariche.
Eletta  Presidente,  ringrazio nuovamente  tutti  i soci della fiducia accordatami.
Vice Presidente è stata eletta Rita Pedonesi.
  
Il Presidente uscente Angelo Sagnelli,  di cui sono stata la vice in questi anni, ha guidato dai primi passi fino ad oggi l'Associazione con l'entusiasmo che lo distingue, ottenendo successo personale e riscontro negli eventi organizzati dall' Associazione.     
Il  nostro  Manifesto  -a  tutt'oggi attuale-  esprime  con chiarezza il nostro fine associativo: aggregare   individui   che,  come noi, pur  nello spaesamento, generale ,  sentono  la  necessità  di recuperare l'orientamento smarrito;
smarrito   per  la  dissoluzione  dei  consueti  punti  di riferimento;
smarrito     per   la   scomparsa   della   tradizionale    necessaria opposizione   vero-falso;
smarrito    per  mancanza  di  volontà  di  verità,  verità  durevole, verità  che  una  volta  trovava  forma  e senso nell' atto concreto;
smarrito   per  l' attuale  appiattimento  del  nesso  causa-effetto;
smarrito   per  l' incertezza  che  accompagna  ogni  posizione di pensiero  sistematicamente  relativizzata,  cosicché viene messo in crisi il concetto  stesso di certezza;
smarrito    per  la  scomparsa  dei  valori  sui  quali  orientare    le coscienze  delle  nuove  generazioni.
Il  lavoro  della  Associazione   in   questi  anni   si   è  sviluppato attraverso  un' approfondita   indagine su "Lo stato delle cose".
Indagine  sviluppata  nell' ambito delle varie discipline,attraverso ripetuti  Incontri,  Mostre, dibattiti,  pubblicazione di  una Collanadi Quaderni, Quaderni-documento, dedicati alla cultura nei suoi aspetti  più  vari.
Più  volte   Angelo  Sagnelli   ha   organizzato    Incontri   nello storico   caffè  Greco  a Roma ed al Festival di Spoleto  con poeti italiani e stranieri.  Tra i nostri soci figurano penne  illustri come  Maria  Luisa  Spaziani,  Dante  Maffia,   Salvatore  Martino, Alberto Gianquinto, Angelo Sagnelli e molti altri.
Sono stati organizzati    Incontri anche nei  luoghi dei giovani, come  l' Accademia  RUFA  o  l' Università  La Sapienza,  poiché riteniamo  siano  loro i nostri  fondamentali  interlocutori. 
Ad  ogni  Incontro,  Mostra  od Evento dell'Associazione il nostro Presidente  onorario   Ennio  Calabria   ha   partecipato  con  le sue   Opere   ed   esposto   le   sue   riflessioni  sulle  evidenti “irreversibili     mutazioni”   in atto      nella    nostra    società , mutazioni    che  hanno   innescato   nuove  sintesi  di  pensiero e conseguentemente  smantellato  i  precedenti  codici  culturali.
Ida Mitrano,  storica dell'Arte  ha   condotto   interviste   tra   gli artisti,   finalizzate  a   focalizzare  l' attuale   situazione  dell'  Arte , interviste  pubblicate  nella  Collana dei nostri Quaderni,  e curato con Agostino Bagnato la   Mostra  “Diario notturno. L'identità graffiata” in occasione del 150° anniversario dell'Unita d'Italia.

Alberto  Gianquinto,  filosofo,  poeta   e  studioso  di  discipline umanistiche,  ha  partecipato  ad Incontri  e pubblicato  nei  nostri.
Quaderni   le   sue   riflessioni   sui   necessari   nuovi   modi   per  affrontare  una  rinnovata  Critica d'arte;  inoltre, è presente nel nostro sito su cui appaiono suoi articoli. 
Personalmente, ho organizzato  Mostre  -fra le quali ricordiamo “Potere,  Inconscio e Creatività”,   con la partecipazione di 55 artisti,   esposta  a  Villa   Doria   Panphjli  e  successivamente  al Premio Vasto  a  cura di  Floriano De Santis-  ed Incontri d'Arte, l'ultimo  dei  quali  a   Palazzo  Santa   Chiara:    "Garrula morte" - libere   riflessioni   su   un  dipinto  di   Ennio  Calabria -   che  ha registrato  una   vivace   partecipazione di  pubblico,  come non si vedeva da tempo.  
Parte   degli   interventi,   registrati   in  quell'occasione,  verranno pubblicati  in  uno  dei  nostri  prossimi  Quaderni.
E'  importante  ricordare  l'ampia ed  importante  Mostra “CO2”, organizzata    nel   giugno   scorso  a   Marino  nella   sede  della Fondazione  Mastroianni   con  il  patrocinio  del  Comune.
Impossibile  citare  tutti  i  soci  artisti,  filosofi, scrittori,  musicisti, scienziati  che  hanno  collaborato in questi anni di  Associazione alla realizzazione dei vari eventi.
I nostri   Progetti   per  il  2013  sono  molti  e ambiziosi e per attuarli  abbiamo  bisogno di collaborazione.
Per  questo  invitiamo  tutti   voi  soci  ad  impegnarvi  con noi per un   fruttuoso  scambio  di   idee.   Nel   sito  della   Associazione “in tempo”   avete   la  possibilità  attraverso il   blog  di  inviarci  i  vostri  commenti  e  suggerimenti.
Riceverete  anche   e.mail   con   cui  di  volta  in volta vi  terremo informati   sulle   attività  in  preparazione  alle  quali  vi invitiamo a partecipare.    
Il  prossimo   Incontro  sarà  sabato  23   febbraio alle 18,30 a  Palazzo  Santa Chiara  e  il  Tema  del dibattito sarà  Arte Mentale  e senso  dell' Unicità  dell' Opera d' Arte  in  epoca  post  moderna. 
A  breve  apparirà  nel  nostro sito  in tempo  il Comunicato Stampa/Invito con dati più esaurienti. 
Altri   Progetti   previsti  sono, oltre  i  consueti   intensi   Incontri con  i  Poeti  - il primo  dovrebbe  avvenire  in  Marzo,  al   Caffè Greco-  o in altre sedi, e la  pubblicazione di  nuovi Quaderni, due già in stampa.
Una   importante   novità  sarà  il nostro  "Maggio romano”, da un' idea  di   Franco Ferrari.  Una  Mostra che programmiamo di ripetere  ogni  anno in  Maggio, nella quale, mediante la concreta presenza  delle  Opere, ci  riproponiamo  innanzitutto  di  rendere più    esplicita   l' importanza   di   differenziare   il   significato   di “creazione” ,  termine  che   denota  il   fare Arte  dell'  Artista,  da quello   di   “creatività”,   caratteristica  che   può  appartenere   a chiunque,  ed   inoltre  vogliamo  presentare   Opere  d' Arte   che siano  espressione  delle  potenzialità,  consapevoli  e non,  della psiche dell' Artista,  poiché è  da  quel sé che  emerge  e  prende forma una pittura di Verità.Altri  Eventi  in  preparazione  sono  un  dibattito:   "Crepuscolo del Bello",  tema   quanto  mai   attuale, e una  Mostra sul tema della Follia.
Ci  aspettiamo  dai  nostri  soci il massimo della partecipazione e la diffusione dei nostri Programmi e delle nostre idee.

Cordialmente,   Carla Mazzoni

venerdì 8 febbraio 2013

Riflessioni sull’opera attorno al chiacchiericcio sulla morte, di Ennio Calabria.




Riflessioni sull’opera attorno al chiacchiericcio sulla morte, di Ennio Calabria.
Alberto Gianquinto

L’opera è dominata dal contrasto, di forte componente simbolica, raffigurato dal ‘vociare’ dei colori di pappagalli che svolazzano sopra dominanti grigi di corpi umani morti.  
(1) Questa componente simbolica rappresenta una deviazione dalla rotta in cui è impegnata la ricerca di Calabria? Un ‘chiacchiericcio’ di pappagalli sul tema della morte è il tema kierkegaardiano del parlare a vanvera (nella sua triplice polemica contro il ‘sistema’  hegeliano, contro la cristianità ufficiale, e contro la stampa: stampa, intesa come  espressione dell’anonimato sociale, contrapposta al valore centrale dell’individuo ‘singolo’; contrapposizione, questa,  in causa ora in quest’opera di Calabria.
(2) La questione che si presenta allora alla critica è se  la raffigurazione  non possa che essere sempre simbolica,  specialmente quando e ogni volta che intende toccare e raggiungere la concettualità filosofica del linguaggio verbale, senza poterla raffigurare verbalmente come tale (o consonare musicalmente). Qual è allora il rapporto tra raffigurazione e simbolo? Come si differenziano simbolo, senso e significato?
(3) Inoltre, in che modo il simbolo è allegoria?
(4) Infine: la funzione simbolica vale sempre, anche per tutte le opere di Calabria, dal ritratto di Pantani (con le sua braccia allargate nella vittoria, ma anche nella forma della croce) a quello di Borges (con quell’ombra, che l’attraversa davanti e lo evidenzia anche dietro)? O, invece, c’è una simbolicità forte, evidente, nella oggettualità scelta, ed una simbolicità più sottile, prelinguistica, questa si sempre presente, immanente alla rappresentazione-raffigurazione?

Cerchiamo di rispondere a tali questioni e mostrare che non c’è alcun cambiamento di rotta in quest’ultimo lavoro di Calabria, ma soltanto una accentazione del suo valore simbolico rispetto, per esempio, ai ritratti di Pantani o di Borges.
Ciò conduce al secondo punto, dove intendo mostrare che la raffigurazione non è di per sé sempre simbolica. Si tratta allora di chiarire il rapporto della raffigurazione  con il simbolo e, come vedremo subito, del significato della rappresentazione con il simbolo, della differenza fra i concetti di rappresentazione, suo significato, simbolo, icona e altri concetti collaterali, come allegoria, metafora, analogia. Approderò, dopo queste precisazioni, alla necessità di distinguere due livelli di simbolicità: una esplicita, oggettuale, ed una non altrettanto così fatta, ma prelinguistica in quanto sottotraccia e precedente l’iconografia e l’iconologia che la specifica.
Quando prendiamo le mosse dal segno,  esso ha la proprietà di ‘denotare’ la sua estensione (che, in quanto tale, è  il significato assegnato da un soggetto ‘significante’) e di ‘connotare’ la sua intensione (che, invece, in quanto tale, è il senso fornito da un soggetto ‘sensivo’, cioè fornitore di quel senso. Ad esempio, prendendo dal linguaggio verbale il termine ‘pianeta’, la sua estensione è data dall’insieme (estensione) degli individui di quel termine, cioè Mercurio, Venere, Terra, ecc., mentre la sua intensione è data dall’insieme (intensionale) delle ‘proprietà’ comuni di quei pianeti.
In altre parole: il soggetto, in quanto significante, denota o raffigura (sta per) l’oggetto dal lui significato; in tal modo il denotato o il raffigurato assumono la ‘funzione’ di simbolo; il soggetto significante ha pertanto capacità simbolica e l’oggetto significato ha valore simbolico.
Invece il soggetto, in quanto connotante, allude all’oggetto, lo suggerisce, lo evoca: non si è più in un rapporto funzionale del significato al simbolo (non tutti i significati sono simbolici, mentre tutti i simboli intendono essere significativi): all’oggetto indicato dal segno  viene dato dal soggetto sensivo  un valore catettico; l’oggetto, una volta significato, viene anche riempito di contenuto sensivo (di proprietà culturali e storiche); l’oggetto è inteso come ‘senso’, come elaborazione di forme espressive di senso. Se il significato  del segno può assumere la funzione di simbolo, il senso del segno può essere l’insieme delle proprietà costituenti il simbolo. Dunque: in quanto denota o raffigura, il soggetto si arroga la funzione di creatore di simbolo; in quanto allude, suggerisce o evoca, riempie il simbolo di proprietà storico-culturali.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                         

Tornando allora alla ripartizione fatta attorno al ‘segno’, specifichiamo quanto già detto, il fatto cioè che tanto il soggetto nella sua funzione significante quanto il soggetto nella sua funzione sensiva  costituiscono una capacità (soggettiva): capacità, per un verso, di (rac-)cogliere e unire il significato (il contenuto oggettivo della significazione): per esempio la raffigurazione di un pappagallo, e, per altro verso, di dare, di fornire un senso (il contenuto sensibile di un sapere): per esempio il senso di un parlare a vanvera.

Abbiamo così stabilito il nesso che lega una rappresentazione, con il suo significato, al suo potere simbolico.
Ma se la rappresentazione è sempre una ‘icona’ nel senso specifico di segno visivo somigliante all’oggetto denotato e significato (reale o mentale), l’icona ha signficazione più vasta, perché l’immagine rappresentata non è solo icona-segno, ma è (nel senso di Panofsky) “interpretazione del suo significato”, quindi assume il ruolo di iconografia, sulla base del suo contenuto essenziale, che esprime “valori iconologici”. Ad esempio, l’icona ‘pappagallo’, oltre il suo segno visivo, è ‘interpretazione’ di un “valore iconologico”, desunto dal pensiero di Kierkegaard, cone “parlare a vanvera”, che diventa significato iconografico interpretato. Il pappagallo diventa allegoria del parlare a vanvera.
Se l’allegoria, in prima istanza, appartiene alla sfera verbale e vuole convenzionalità di ordine linguistico-verbale, essa è anche rappresentazione-raffigurazione di idee, ecc., mediante simboli (quindi icona per il suo valore iconologico, raffigurato iconograficamente).  
(A) Quindi: 1° definizione di allegoria: il simbolo è una forma di allegoria.
Cassirer (sulle orme di Kant) assicura che la funzione simbolica è una capacità di dare senso e di unificare  il (kantiano) molteplice sensibile (il simbolo viene colto in entrambi gli aspretti:  della denotazione unificante e della connotazione, come un “più di senso” rispetto al semplice segno.
Ma si pone anche una distinzione fra simbolo e allegoria, essendo questa un fenomeno-simbolo storico, mentre il simbolo ha valenza universale: 2° definizione di allegoria. Secondo Goethe (Massime e riflessioni) il simbolo, in quanto il generale nel particolare, è segno significante; qui: immanente nell’idea significata, è parte del tutto che ‘rappresenta’; il simbolo è sineddoche; l’allegoria  il particolare, come esempio, in vista del generale – è metafora (significante come esempio del significato).

Nel caso di questo lavoro di Calabria, la raffigurazione diventa simbolo perché fondata sulla riflessione di Kierkegaard circa il parlare a vanvera (in concomitanza con l’esperienza diffusa o la credenza di una imitazione linguistica dei pappagalli). E il simbolo diventa icona perché la cultura ha prodotto una iconologia sul parlare a vanvera: su questa iconologia si crea e si può creare una iconografia.

(B) Il simbolo è inoltre forma della metafora, dove ciò che conta non è una analogia con la cosa simbolizzata, ma quel significato (fra una rosa-matrice di oggetti) che è meno dissimile dal denotato e insieme più vicina a funzioni biologiche e istintive (quindi una rosa di livello pre-linguistico). (Cfr. sotto, sulla lettura di Freud da parte di Gombrich).

Siamo con ciò passati dal significato all’icona, attraverso il simbolo.

Quanto al punto (4), ricordiamo che, con Kandinskij, tutta l’arte, come (in quanto) creazione, è manifestazione simbolica. Ma questo non credo che sia necessariamente vero.  Si tratta di comprendere in che senso si parla di “manifestazione simbolica”: una cosa è la raffigurazione forte del simbolo (i pappagalli) ed altra cosa è la  simbologia debole come forma di metafora legata a quella rosa-matrice vicina alle funzioni biologiche e istintive.

Così possiamo distinguere fra una simbolicità debole e simbolicità forte.
La prima è di origine pre-linguistica in quanto legata a funzioni biologiche e istintive, nella raffigurazione, mentre una simbolicità forte è propria di una oggettualità linguistica (anche del linguaggio figurativo).

Cassirer intende la forma simbolica (e credo si debba intendere quella ‘forte’) come una capacità di distanziamento dal vissuto immediato e (ma qui credo si debba intendere la forma simbolica debole, pre-linguistica) come una capacità di elaborazione di forme espressive (di senso e valore catettico, culturale e storico, di un soggetto intensionale).

Panofsky approfondisce e intendendo la storia dell’arte come scienza dell’interpretazione, con tre suoi momenti: lettura del senso fenomenico dell’immagine; interpretazione del suo significato iconografico; approfondimento del suo contenuto essenziale in quanto espressione di valori iconologici. (cfr. p. 44 di Il significato nelle arti visive, Einaudi, Torino 1962): il soggetto primario (naturale), come oggetto d’interpretazione, dà luogo ad una descrizione pre-iconografica (e pre-interpretativa del critico-analista) (e, aggiungiamo, ad un atto pre-linguistico prodotto da funzioni biologiche, dell’artista);   poi si passa ad una analisi iconografica, con conoscenza delle fonti; infine (ma, a fondamento di quella iconografica) ad una interpretazione iconologica, come intuizione sintetica del significato, del contenuto costituente il mondo dei valori simbolici.

Gombrich coglie (in Freud e la psicologia dell’arte, p. 107-109, Einaudi, Torino 1967) il concetto freudiano del simbolo come “forma della metafora” (vedi (B)): nel simbolo importa «non tanto l’analogia con la cosa simboleggiata, quanto ciò che, entro una determinata matrice di oggetti, sia il meno dissimile dal denotatum», dove la matrice si costruisce nel sogno, «dai residui del giorno, … [con un senso più profondo, che rimanda] ad altra matrice o strato significativo, più vicino alle funzioni biologiche ed agli istinti di chi sogna».


Secondo Geneviève Lacambre (cfr. Il simbolismo, in Il Simbolismo. Da Moreau a Gauguin a Klimt, Ferrara Palazzo dei Diamanti, 18 febbraio -20 maggio 2007; Roma Galleria Nazionale d’Arte Moderna, 7 giugno – 16 settembre 2007, Ferrara, Arte editore 2007.), solo nel 1887 Emile Verhaeren si chiede se sia possibile un simbolismo plastico e quindi come sia possibile riferirsi all’idea, nell’espressione del visibile.
Da qui si moltiplicano le strade del simbolismo:
1)rendere visibile l’invisibile; 2) definizione di artista dell’anima; 3) spiritualismo; 4) partecipazione dei Rosacroce ai Salon parigini; 5) interessi di teosofi e occultisti; 6) cultori di arti magiche; 7) dipingere l’anima oltre i corpi; 8) nasce il termine ‘ideismo’; 9) forze psichiche; 10) il sogno, contro l’osservazione e la deduzione; 11) arte idealista e mistica.
Sviluppo del simbolismo dalla fine del ‘700 (Wright of Derby, Thomas Cole, Caspar David Friedrich, William Blake, l’800, fino al primo 900 con Kupka, Boccioni, Klimt, Kandinskij; nessi tra esoterismo e occultismo, arte astratta a partire da Kandinskij, preraffaelliti, Rossetti, Puvis de Chavannes, Moreau: termine ad quem 1914.
Nuovi interessi filosofici, contestazione dell’arte ufficiale, ricerca di un’arte ‘totale’, esperienza di nuove tecniche pittoriche, arte evocativa, non descrittiva, rivisitazione dei miti, sui temi della vita, della morte, dell’amore, del tempo che scorre (con i mezzi dell’allegoria: esempio: Fanciulle in riva al mare, di Pierre Puvis de Chavannes), del sogno.
Fine del simbolismo con le teorie di Freud e ripresa con il surrealismo. Insomma si tratta di una introduzione alla mostra, che indica l’estensione e la polisemia del termine, ma non interviene sulla questione scientifica della sua validità.

Leonardo (con il suo ‘platonismo’) può essere considerato l’ inventore del genere simbolico: pittura come poesia muta

Temi fondamentali, ricorrenti e universali del simbolismo: (a) una iconografia sottostante, (b) l’unità di uomo e natura, (c) l’analisi del tempo nell’ordine cosmico, (d) la metafisica della luce, (e) la simbolicità del sistema compositivo e  dei colori.